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Gomme: la data di fabbricazione? È una bufala, quello che conta è...

Dove si legge quando è nata la gomma

A indicare l’età degli pneumatici ci sono alcune sigle stampate sul fianco, ma sono più utili alla filiera dei costruttori-distributori che agli automobilisti. Il cosiddetto DOT di cui spesso si parla (erroneamente, perché è la metodologia di classificazione statunitense, non europea) è il numero seriale a cui si fa riferimento in caso le gomme debbano essere ritirare dal mercato. La classificazione europea si presenta come una sigla alfanumerica (esempio: FD8KYYY1017), dove le prime due lettere identificano lo stabilimento, mentre le ultime quattro cifre si riferiscono alla settimana e all’anno di produzione (nel caso dell’esempio, la decima settimana del 2017).

Non risentono dell’età

Come le auto, così gli pneumatici si sono evoluti nel tempo. Si fa un ampio uso della silice, che ammorbidisce la mescola — aumentando così l’aderenza — e rallenta l’invecchiamento. «Le gomme stoccate a dovere — continua Marconati — non risentono dell’età».  Mentre l’età conta una volta che vengono montate: le condizioni atmosferiche, l’utilizzo e il peso dell’auto influenzano la funzionalità degli pneumatici. Anche se l’auto non viene usata spesso, le gomme invecchiano. Dunque è bene, suggerisce Marconati, «ogni 4/5 anni farle smontare e controllare all’interno da un gommista». 

 

 

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